9 aprile 2015 | 16:42 corriere.it
Ucraina, nazismo e comunismo equiparati per legge dal Parlamento

Il provvedimento approvato a larga maggioranza vieta l'uso di simboli e la propaganda. La replica del direttore del centro Wiesenthal: «Una decisione oltraggiosa».

L'Ucraina approva una legge che equipara il nazismo al comunismo, considerato un regime criminale. Il provvedimento è stato approvato a larga maggioranza dalla Rada, il parlamento ucraino, con 254 a favore su 307 presenti. Il progetto governativo vieta i simboli dei due regimi, la loro propaganda e la negazione del loro carattere «criminale». Per i trasgressori sono previsti sino a 5 anni di reclusione. «Con questa legge il regime totalitario comunista esistente in Ucraina dal 1917 al 1991 viene riconosciuto come criminale e accusato di aver promosso una politica del terrore statale», recita un passaggio della legge, che dà la stessa definizione per il nazismo.

Centro Wiesenthal: «Decisione oltraggiosa»

Immediata la replica del direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff che la definito la decisione «oltraggiosa». La legge è una «grande bugia che trasforma i carnefici in vittime», accusa Zuroff. La decisione del parlamento ucraino «cerca di deviare l'attenzione dai crimini dell’Ucraina durante la Shoah ed equipara falsamente nazismo e comunismo». A questo proposito, «l’Ucraina è solo l’ultima delle ex repubbliche sovietiche post-comuniste, guidate dai Paesi Baltici, a far passare una tale legislazione», ha aggiunto l’ex collaboratore e successore di Simon Wiesenthal, storico «cacciatore» di criminali nazisti e collaborazionisti a cui è intitolato il Centro fondato nel 1977. Come riporta lo statuto, l’organizzazione ebraica si occupa della promozione dei diritti umani e dell’educazione contrastando «l’antisemitismo, l’odio e il terrorismo, stando a fianco di Israele, difendendo gli Ebrei in tutto il mondo e insegnando le lezioni dell’Olocausto per le future generazioni».

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