Berlino, 8 gen (Velino) - Un discutibile certificato medico ha salvato dal carcere
il criminale nazista Heinrich Boere, 87 anni, ex appartenente
ad un reparto speciale di killer delle SS (il famigerato
gruppo “Feldmeijer”) reo confesso di pluriomicidio in Olanda
nella zona di Breda durante l’occupazione tedesca nella
seconda guerra mondiale. Il tribunale di Aquisgrana ha
accolto la richiesta di archiviazione del procedimento
per motivi di salute presentata dalla difesa. Una perizia
ha attestato che l’imputato non è nelle condizioni fisiche
per sostenere un processo. La stampa tedesca riferisce
la notizia parlando genericamente di “un presunto assassino
delle SS” senza precisare il nome e il cognome del criminale
nazista in questione. L’affermazione dei periti appare
in pieno contrasto con il giudizio dei giornalisti che
negli ultimi tempi hanno avvicinato Boere ricavando l’impressione
di avere di fronte un uomo sano e per nulla pentito dei
suoi misfatti. Intervistato nello scorso aprile dal settimanale
tedesco Focus, Boere ha raccontato di non avere avuto problemi a uccidere le sue vittime.
Mi bastava piegare un dito”, ha detto facendo la mossa
di spingere il grilletto di una pistola. “Mi portino pure
in tribunale, tanto non mi succederà nulla”, aveva risposto
nell’intervista con arrogante sicurezza.
Il “boia di Breda” era stato rinviato a giudizio a conclusione delle indagini
della speciale procura tedesca istituita negli anni Cinquanta
per la persecuzione dei crimini nazisti. Dopo la guerra,
Boere era stato arrestato nel 1945 in Olanda, ma poi
era fuggito e aveva fatto perdere le proprie tracce.
Nel 1949 fu condannato a morte in contumacia dai giudici
di un tribunale speciale di Amsterdam e la pena fu successivamente
trasformata in ergastolo. La magistratura olandese riuscì
a rintracciarlo in Germania, nella località di Eschweiler
poco distante dal confine tedesco-olandese. Tuttavia
la richiesta di estradizione presentata nel 1980 fu respinta
dal tribunale di Colonia che l’anno scorso ha respinto
anche un’istanza del ministero della Giustizia olandese
per fare scontare la condanna di Boere in un istituto
di pena in Germania. L’indulgenza della magistratura
tedesca che di fatto ha “condonato” Heinrich Boere è
stata apertamente criticata dal Simon-Wiesenthal-Center.
Il direttore Efraim Zuroff si è detto “profondamente avvilito”. A suo giudizio, “se il caso Boere avesse avuto la necessaria
attenzione nel momento giusto, egli sarebbe finito in
carcere molto prima di potere scampare alla giustizia
per motivi di salute”.
ilvelino.it
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