ROMA (Reuters) - Associazioni italiane ed ebraiche hanno
reagito con rabbia oggi a Roma alla notizia che un tribunale
ha concesso ad Erich Priebke, 93 anni, ex capitano delle
SS condannato all'ergastolo per il massacro di 335 persone
alle Fosse Ardeatine, di poter uscire dagli arresti domiciliari
tutti i giorni per motivi di lavoro.
Estradato nel 1995 in Italia dall'Argentina dove si era
rifugiato dopo la fine della guerra, Priebke aveva ottenuto
gli arresti domiciliari per motivi di salute, da scontare
in un appartamento di Roma affittato dal suo avvocato che
si è battuto per la sua libertà.
Il tribunale militare ha ora stabilito che può anche
lavorare nello studio del legale, in un ruolo non precisato,
cosa che gli consente di uscire "ogni giorno, liberamente" in
posti vicini e per il tempo strettamente necessario.
Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha reagito esprimendo
solidarietà a "tutte le vittime della barbarie
nazifascista, le loro famiglie e la comunità ebraica". "Roma
non può dimenticare", ha detto.
I cacciatori di nazisti del Centro Simon Wiesenthal hanno
affermato che la decisione "è un insulto alle
famiglie e agli amici di quanti furono assassinati da Priebke
ed i suoi complici" ed è "basata sul un
principio totalmente falso secondo il quale come anziano
Priebke meriti una misura di comprensione".
Il presidente dell'antica comunità ebraica di Roma,
Leone Paserman, ha affermato che "si dovrebbe abolire
l'ergastolo, se nemmeno quanti hanno commesso crimini contro
l'umanità la scontano".
Priebke ha ammesso di aver partecipato al massacro ma ha
detto di aver eseguito ordini nel timore di venire ucciso.
reuters.it
|