13/05/2013 giornalettismo.com
L'ultimo cacciatore di nazisti
di Maghdi Abo Abia

L’Huffington Post ci racconta la storia di Efraim Zuroff, l’ultimo cacciatore di nazisti il quale nonostante siano passati così tanti anni dall’occupazione nazista dell’Europa si trovaimpegnato in una ricerca ancora ben lontana dalla sua conclusione.

MANCA POCO - Zuroff ha riconosciuto di essere l’ultimo e che forse non c’è più molto tempo a disposizione per dare una giustizia a tutti coloro che hanno sofferto delle violenze naziste anche per via di una certa opposizione da parte dei governi che hanno dato ospitalità a chi si è macchiato di tali crimini. Parliamo di difficoltà nella concessione delle estradizioni specie per via dell’anzianità degli imputati, ormai ridotti a vecchi infermi, inseguiti per crimini compiuti diversi decenni fa. Il dibattito è tornato di gran moda dopo l’arresto del 93enne Hans Lipschis, accusato di essere tra i responsabili dello sterminio ad Auschwitz.

NON MERITANO PIETA’ - Un altro “inseguito”, John Demjanjuk, nel 2009 venne trascinato a forza nelle aule di tribunale a bordo di una lettiga a dispetto dei suoi 89 anni e della sua salute cagionevole. Zuroff pensa che ormai tale accanimento potrebbe essere inutile ma la voglia di ristabilire una verità per tutte le vittime dello sterminio nazista lo spinge ad andare avanti: “Sono le ultime persone al mondo a meritare pietà. Non bisogna vedere in questi anziani delle persone fragili. E’ necessario pensare che costoro, nel pieno della loro forza fisica e mentale, hanno ucciso uomini, donne e bambini”.

LE SCOPERTE - “In 30 anni di caccia -ha continuato Zuroff- non ho mani incontrato un nazista capace di provare un rimorso o una cosa del genere. Mai”. Zuroff è a capo del centro Simon Wiesenthal, nato da un sopravvissuto all’Olocausto. Il fondatore, morto nel 2005, credeva che ormai non ci fossero più nazisti da cacciare ma probabilmente si sbagliava perché, secondo il suo successore, non si sa quanti siano i criminali nazisti ancora in vita. Ladislaus Csizsik-Csatary, ex agente di polizia ungherese, è stato la “ciliegina” sulla torta di Zuroff visto che si è scoperto come avesse organizzato la deportazione ad Auschwitz di circa 15.700 ebrei slovacchi. Ora l’uomo è agli arresti domiciliari in Ungheria, in attesa di essere estradato a Bratislava.

I LIMITI DI NORVEGIA E SVEZIA - Oggi il Centro Wiesenthal offre una ricompensa di 19.300 euro a tutti coloro che sono in grado di fornire indicazioni per l’arresto di criminali nazisti. Solo che a quanto pare molti paesi europei vorrebbero “insabbiare” tutto aspettando che i criminali nazisti rimasti muoiano serenamente anche perché vogliono evitare l’imbarazzo di dover ammettere di aver dato ospitalità ad un nazista. Addirittura esistono due Paesi, Norvegia e Svezia, dove non è possibile perseguire nazisti. Heinrich Müller, il capo della Gestapo, è “latitante” dal 1945 e se dovesse essere scoperto a Oslo o Stoccolma non si potrebbe fare nulla. Altri paesi poco collaborativi sono Egitto e Siria, dove in entrambi è stata registrata la presenza di ex criminali nazisti.

IL CASO DI CHARLES ZENTAI - Nel primo caso parliamo di Aribert Heim, conosciuto come dottor morte e deceduto nel 1992 mentre in Asia si è rifugiato Alois Brunner, braccio destro di Eichmann. Infine ci sono i parenti che cercano in tutti i modi di difendere i nazisti colpevoli di crimini contro l’umanità. Sul tema viene citato il caso di Charles Zentai, agente di polizia ungherese che uccise un ragazzo ebreo di 18 anni colpevole di non indossare la stella gialla in strada. I figli, residenti con il padre a Perth, in Australia, combattono la sua estradizione definendo l’uomo “un buon padre”. Questa la risposta di Zuroff: “non ho dubbi che lo sia stato”. E quando finirà la caccia ai nazisti Zuroff ha già pronto il nuovo obiettivo: scovare i criminali di guerra ruandesi. (Photocredit Lapresse)

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