LITUANIA:
UN REVISIONISMO MASCHERATO[1]
Di Shraga Blum - 21 Luglio 2010
Il Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme lancia ora un appello a tutti gli ebrei
originari della Lituania (“Litvaks”) affinché boicottino
e respingano una nuova iniziativa annunciata dal Primo
Ministro lituano Andrius Kubilus, di creare un “Forum
del Retaggio Lituano”. Il cacciatore di nazisti Ephraim
Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal, accusa formalmente
il governo lituano “di tentare di attirare il sostegno
degli ebrei di tutto il mondo a questo progetto, che
costituisce in realtà un approccio revisionista alla
Shoah, mettendo sullo stesso piano i crimini comunisti
e gli orrori nazisti, e minimizzando il ruolo dei collaboratori
locali dei nazisti nei massacri degli ebrei lituani”.
Si stima a 135.000 il numero degli ebrei lituani massacrati
dai nazisti e dai loro collaboratori locali, sui 160.000
ebrei che vivevano lì prima della guerra. È uno dei tassi
più elevati. Per Zuroff, “la strada attuale del governo
lituano, è come se la Turchia volesse formare un gruppo
di armeni incaricati di negare il genocidio perpetrato dai turchi contro il popolo armeno!”.
Ephraim Zuroff promette che il Centro Wiesenthal continuerà
i suoi sforzi per lottare contro queste distorsioni della
verità storica”. Ha anche precisato di “essere in contatto
con l’Associazione degli Ebrei Lituani in Israele”, che
è l’organizzazione di ebrei lituani più grande del mondo,
allo scopo di agire insieme contro questa tattica governativa
lituana, e allo scopo di non indurre gli ebrei ingenui
a collaborare alla distruzione del loro stesso retaggio
storico”.
Ultimamente, il sito internet della catena americana
CNN titolava “La riscrittura della storia della Shoah”
con un articolo che riferiva della storia personale e
familiare di Ephraim Zuroff. Quest’ultimo raccontava
il rapimento di suo nonno, nel Giugno 1941, da parte
di una banda di lituani che terrorizzavano i quartieri
ebraici, e la sua esecuzione appena giunto in prigione.
“Dopo il 1991 e l’indipendenza del paese”, notava Zuroff,
“la Lituania tenta di rifarsi un nuovo passato”. “In
realtà”, afferma Zuroff, “la maggior parte dei lituani
accolsero i nazisti come liberatori dall’oppressione
comunista, e indicarono gli ebrei come collaboratori
dei comunisti. Fino a oggi, essi sono convinti che gli
ebrei hanno una gran parte di responsabilità nella deportazione
massiccia e nei massacri dei civili lituani [foto] da
parte delle truppe bolsceviche”.
Leonidas Donskis, parlamentare europeo a Strasburgo,
è però chiaro su questa questione: “È vergognoso considerare
i crimini comunisti come un genocidio, poiché, malgrado
il loro orrore, tutti i documenti storici attestano che
non c’era nessuna volontà né nessun piano di sterminio
etnico o nazionale da parte dei russi verso i lituani,
come invece fu il caso dei nazisti verso gli ebrei”.
Donskis accusa “il fallimento dello Stato lituano, che
finora non ha mai giudicato nessun collaboratore dei
nazisti”.
Nel mese di Agosto, il Centro Wiesenthal presenterà il
suo Rapporto annuale sullo stato attuale del perseguimento
degli ex nazisti e dei loro collaboratori in tutto il
mondo. Zuroff, che non è ben visto in questa repubblica
baltica, ha già annunciato che “la Lituania farà parte
dei paesi più criticati in quest’ambito”.
andreacarancini.blogspot.com
|