BERLINO
- Nuovi, brutti segnali di tendenze antisemite nell'Unione
europea. Un paese membro della Ue e della Nato, la Romania,
ha accolto nel suo governo un giovane politico accusato di
negazionismo dell'Olocausto. Lo scandalo ha suscitato le
più dure proteste da parte del Centro Simon Wiesenthal
per la caccia ai criminali nazisti ancora vivi e in libertà,
il cui numero uno, Efraim Zuroff, si è detto "indignato".
Il caso riguarda il trentanovenne avvocato Dan Sova, amico
personale del primo ministro socialista Victor Ponta. Il
premier, già sotto accusa nell'Unione europea per
aver tentato invano con un referendum dalla dubbia legittimità di
esautorare il capo dello Stato Traian Basescu, e per la sua
azione volta secondo i critici a esautorare la Corte costituzionale
romena, ha voluto nominare il suo fidatissimo Dan Sova ministro
per i rapporti con il Parlamento. Sova aveva creato uno scandalo
internazionale nel marzo scorso, quando aveva dichiarato
in un'intervista televisiva che "grazie al maresciallo
Antonescu (ndr, il dittatore romeno alleato di Hitler nella
seconda guerra mondiale) non fu fatto del male a nessun ebreo
in territorio romeno". In particolare, Sova aveva negato
in pubblico che fosse avvenuto il terribile pogrom di Iasi,
dove soldati, poliziotti e civili romeni il 29 giugno 1941
assassinarono tra 13mila e 15mila concittadini ebrei. "Ma
no, gli ebrei uccisi furono soltanto 24", aveva dichiarato
il neoministro in tv.
"E'assolutamente scandaloso", ha
protestato Efraim Zuroff: "Lo scandalo è causato
dall'ignoranza, e probabilmente da razzismo, antisemitismo
e idee ultranazionaliste".
Da decenni, in Romania, è in atto la tendenza alla
riabilitazione del maresciallo Ion Antonescu, il dittatore
che si faceva chiamare 'Conducator' (duce), esautorò la
monarchia e schierò il paese con Hitler. Il trend
cominciò addirittura negli anni della dittatura nazionalcomunista
di Nicolae Ceausescu, il quale era anche lui elogiato e osannato
dalla propaganda come Conducator. Lo stesso primo presidente
dell'èra postcomunista, Ion Iliescu, fu accusato di
negare l'Olocausto. Secondo il premio Nobel per la pace Elie
Wiesel, che aveva formato una commissione di storici per
studiare la persecuzione degli ebrei in Romania, tra 280mila
e 300 ebrei e almeno 20mila rom furono sterminati dalle forze
armate e di polizia romene durante la seconda guerra mondiale,
in attiva collaborazione con le SS della Germania hitleriana. napolinotizie.com
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