09.08.2012
napolinotizie.com
Romania, ministro negazionista E' scandalo per la nomina di Sova

BERLINO - Nuovi, brutti segnali di tendenze antisemite nell'Unione europea. Un paese membro della Ue e della Nato, la Romania, ha accolto nel suo governo un giovane politico accusato di negazionismo dell'Olocausto. Lo scandalo ha suscitato le più dure proteste da parte del Centro Simon Wiesenthal per la caccia ai criminali nazisti ancora vivi e in libertà, il cui numero uno, Efraim Zuroff, si è detto "indignato".

Il caso riguarda il trentanovenne avvocato Dan Sova, amico personale del primo ministro socialista Victor Ponta. Il premier, già sotto accusa nell'Unione europea per aver tentato invano con un referendum dalla dubbia legittimità di esautorare il capo dello Stato Traian Basescu, e per la sua azione volta secondo i critici a esautorare la Corte costituzionale romena, ha voluto nominare il suo fidatissimo Dan Sova ministro per i rapporti con il Parlamento. Sova aveva creato uno scandalo internazionale nel marzo scorso, quando aveva dichiarato in un'intervista televisiva che "grazie al maresciallo Antonescu (ndr, il dittatore romeno alleato di Hitler nella seconda guerra mondiale) non fu fatto del male a nessun ebreo in territorio romeno". In particolare, Sova aveva negato in pubblico che fosse avvenuto il terribile pogrom di Iasi, dove soldati, poliziotti e civili romeni il 29 giugno 1941 assassinarono tra 13mila e 15mila concittadini ebrei. "Ma no, gli ebrei uccisi furono soltanto 24", aveva dichiarato il neoministro in tv.

"E'assolutamente scandaloso", ha
protestato Efraim Zuroff: "Lo scandalo è causato dall'ignoranza, e probabilmente da razzismo, antisemitismo e idee ultranazionaliste".

Da decenni, in Romania, è in atto la tendenza alla riabilitazione del maresciallo Ion Antonescu, il dittatore che si faceva chiamare 'Conducator' (duce), esautorò la monarchia e schierò il paese con Hitler. Il trend cominciò addirittura negli anni della dittatura nazionalcomunista di Nicolae Ceausescu, il quale era anche lui elogiato e osannato dalla propaganda come Conducator. Lo stesso primo presidente dell'èra postcomunista, Ion Iliescu, fu accusato di negare l'Olocausto. Secondo il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, che aveva formato una commissione di storici per studiare la persecuzione degli ebrei in Romania, tra 280mila e 300 ebrei e almeno 20mila rom furono sterminati dalle forze armate e di polizia romene durante la seconda guerra mondiale, in attiva collaborazione con le SS della Germania hitleriana.

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