Gli stati totalitari tendono per natura a cercare di distruggere la realtà per
poi ricostruirla
secondo la propria ideologia e visione del mondo. Perciò, oltre a
espandere i confini del Terzo
Reich e a tentare di sopprimere o decimare le popolazioni considerate
inferiori, i nazisti hanno
varato una serie di progetti finalizzati all´incremento e al miglioramento
della razza ariana.
Uno
di questi progetti, denominato Lebensborn (Sorgente di vita) fu
ideato dal capo delle Ss
Heinrich Himmler, l´infame "architetto
del genocidio". Il piano, varato (secondo lo storico
Richard Breitman) il 12 dicembre 1935, avrebbe dovuto ovviare al
basso livello di natalità in
Germania, promuovendo al tempo stesso i principi eugenetici che
tanta parte hanno avuto
nella Weltanschauung nazista.
Il piano, lanciato inizialmente in
Germania, ebbe in un primo
tempo una funzione di welfare, con la creazione di centri di
maternità e l´assistenza economica
erogata alle vedove delle Ss e alle madri nubili, purché di «puro
lignaggio ariano».
Il primo di questi centri, Heim Hochland, fu creato nel 1936
a Steinhoering, nei pressi di
Monaco, per ospitare le future madri «di puro sangue ariano»
che qui davano alla luce i loro
figli. Prima dell´inizio della Seconda guerra mondiale erano
tredici i centri di questo tipo, dieci
dei quali in Germania e tre in Austria; ma dopo il 1939 il piano
Lebensborn fu esteso ai paesi
occupati dai nazisti. Più numerose le strutture e gli uffici
creati in Norvegia, nazione
considerata come un serbatoio di eccezionale valore eugenetico;
altri centri sorsero in
Danimarca, Polonia, Belgio, Francia, Olanda e Lussemburgo, dove
l´organizzazione incominciò
a coordinare l´adozione di bambini «di elevato valore razziale»
dell´Europa del nord e dell´est
(per lo più orfani), da parte di famiglie tedesche. Per questi
piccoli si costruirono anche vari
orfanotrofi, dove tra l´altro si ospitavano bambini polacchi
in tenerissima età (tra i due e i sei
anni) rapiti dai nazisti per essere «germanizzati». Tuttavia,
almeno apparentemente,
l´organizzazione non era coinvolta in questi rapimenti. A chiedere
aiuto a Lebensborn nei paesi
occupati dalla Germania erano il più delle volte donne rimaste
incinte in seguito a rapporti con
soldati tedeschi che, dato l´ostracismo dei rispettivi ambienti,
non avevano altra scelta per
ottenere assistenza materiale e sociale.
In Germania furono circa ottomila i bambini venuti
alla luce nei centri Lebensborn, e quasi
altrettanti quelli nati nei centri norvegesi, mentre nei paesi
occupati dai nazisti il loro numero è
molto inferiore. Benché dopo la guerra l´organizzazione Lebensborn
sia stata accusata del
rapimento di bambini con «buoni requisiti razziali» da inserire
in famiglie tedesche, i casi
accertati di questo tipo sono relativamente pochi. Su circa diecimila
bambini nati fuori dal
territorio tedesco occupato dagli americani, quelli passati per
le mani di Lebensborn non sono
più di trecentoquaranta. Benché sia accertato al di là di ogni
possibile dubbio che i nazisti
abbiano commesso su larga scala questo tipo di crimini, non è
stato possibile stabilire con
chiarezza l´esatta misura del coinvolgimento di Lebensborn. D´altra
parte, è un dato di fatto
che l´organizzazione incoraggiava i rapporti sessuali dei soldati
tedeschi con ragazze dei
paesi occupati «dotate di requisiti razziali superiori», nell´ambito
del programma
pseudoscientifico nazista, finalizzato all´eugenetica e al dominio
mondiale del Terzo Reich. micciacorta.it
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